Quando i nostri nonni avevano la nostra età e come noi frequentavano la scuola elementare, il cellulare non esisteva e chi era fuori casa poteva telefonare solo con il telefono pubblico che funzionava con i gettoni. La televisione era solo a bianco e nero, non c’era internet e i computer assomigliavano a enormi scatoloni di metallo pieni di tasti e luci. Il pc come lo conosciamo ora, non era ancora stato inventato. A quei tempi solo un’invenzione esisteva già da molti anni: la radio. 

La radio è nata grazie a un’ importantissima scoperta scientifica che ha cambiato il mondo. La scoperta si può riassumere così: è possibile trasmettere segnali a distanza nell’aria, senza usare fili e questo con l’uso di onde elettromagnetiche ed apparecchi che ricevono e trasmettono. Furono i passeggeri di una nave i primi che dovettero la loro vita a questa straordinaria scoperta. Nel gennaio del 1909, il piroscafo per passeggeri, il Republic della White Star Line, a causa della nebbia, si scontrò con la nave Florida ed affondò in poche ore. Il salvataggio di circa 1700 persone, grazie al telegrafo senza fili che funzionava con le onde radio, provocò una grande emozione in tutto il mondo. Il grande merito di aver inventato questo strumento che ha salvato la vita di tanta gente va all’italiano Guglielmo Marconi.

Cari amici, ora mettetevi comodi, perché la storia dell’uomo che fece viaggiare i suoni e la voce sta per cominciare. 

                                             LA VITA

Guglielmo Marconi nasce a Bologna nel lontano 1874. Da bambino si dedica subito alle invenzioni e, dalla mattina alla sera, pensa come costruire nuovi giocattoli scientifici. Questa sua passione non gli fa però trascurare gli studi. A soli 11 anni, infatti, si presenta agli esami di scuola media e viene promosso. La sua passione è l’elettrologia, cioè quella parte della fisica che spiega come le cariche elettriche si muovono lungo un filo di metallo come oro, rame, alluminio, argento e ferro: quello che si dice filo conduttore. La sua famiglia crede in lui e lo sostiene. La mamma gli fa studiare, tra un esperimento e l’altro, la lingua inglese che gli è di grandissimo aiuto quando poi si mette a viaggiare per il mondo. 

A forza di fare esperimenti, Guglielmo a soli 20 anni scopre che i segnali si possono inviare anche senza usare i cavi: è l’inizio della telegrafia senza fili. Marconi inventa il sistema di comunicazione chiamato antenna-terra, in grado di portare le onde radio da un luogo all’altro. I primi esperimenti li fa in soffitta e nel giardino di casa sua: avvengono così le prime trasmissioni di onde radio. Guglielmo ha fatto un’incredibile scoperta che però non viene subito capita. Il Ministero delle Poste e Telegrafi italiano la boccia e così il giovane inventore decide di andare in Inghilterra, dove un suo cugino gli presenta il Direttore del Post Office inglese. L’uomo capisce subito il valore della scoperta e gli permette di fare esperimenti più importanti. Il 2 giugno 1896 Guglielmo Marconi presenta all’Ufficio patenti di Londra la domanda per la registrazione del suo primo brevetto. Il brevetto è un documento molto importante, come la carta d’identità o il passaporto dei nostri genitori; ma invece del colore degli occhi o della data di nascita di una persona, nel brevetto è indicata l’invenzione e si dice chi ne è l’inventore. Da quel momento, di esperimento in esperimento, Guglielmo diventa sempre più famoso, la gente lo ammira e lo applaude in Europa e in America.

Guglielmo Marconi muore a Roma il 20 luglio 1937. Il giorno dopo la sua morte, nello stesso minuto, le radio di tutto il mondo interruppero le comunicazioni in sua memoria. 

Al giorno d’oggi la radio ci permette di ascoltare la musica e le notizie da tutto il mondo, è utile alla polizia che ci difende, ai naviganti durante i loro lunghi viaggi negli oceani, ai nostri nonni che da casa ascoltano le notizie, agli ammalati negli ospedali che si sentono meno soli, ai soccorritori alpini. 

Articolo a cura degli alunni della classe 5^D della scuola primaria di Casalmaggiore
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