Quella giornata, e precisamente l’otto giugno 2022, non posso proprio dimenticarla, perché sono molto rare le volte in cui si verifica l’opportunità di trascorrere una giornata “perfetta”.
Ma cominciamo dal principio.
Ci trovavamo, io e tutta la scuola, in Piazza Garibaldi per il saggio musicale di fine anno. Numerose persone si assiepavano intorno: erano genitori, amici, parenti.
Ma non tutto stava andando secondo i piani. Questo perché … pioveva! Sembrava smettesse, ma poi ricominciava e noi ci sentivamo ansiosi, temendo che tutto andasse a rotoli.
“Attenzione, se la pioggia non cessa entro cinque minuti, lo spettacolo verrà ANNULLATO!” disse la dirigente da un altoparlante.
Io pregai Dio (anche se sono ateo) di far smettere di piovere al più presto possibile. Infatti, non si sa come, dopo cinque minuti la pioggerella è cessata. Però c’era un altro problema: come mettevamo la faccenda con le panchine bagnate? Ecco la soluzione: le maestre si affannavano ad asciugarle con lo scottex, ma con scarso risultato. Quindi…ci arrangiavamo.
“Ma… non dovevi parlare del giorno più bello della tua vita?” mi starete chiedendo. Ehi, aspettate! Il pezzo forte arriva adesso!
Abbiamo cominciato con l’Inno d’Italia: con la mano sul cuore cantavamo con orgoglio: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta…”. In seguito abbiamo cantato come solisti io e un gruppetto di ragazzi, l’inno della scuola, intitolato “Sintonizziamoci”. Il resto della scolaresca ci accompagnava col ritornello: “Sintonizziamoci… Sintonizziamoci…”.
Il momento culminante è stato quando… “Ed ecco la quarta B di Tommaso!” esclamò il maestro Pierpaolo Vigolini.


Io ero super entusiasta, però ero anche un po’ intimorito dalla situazione: davanti a tutta la gente che c’era, come si fa a non essere nemmeno un po’ imbarazzati?
Mi sono messo davanti ai compagni e ho iniziato a cantare: “Che cos’è questo rumore che terrorizza il fondale? È questa plastica che sale e ti fa molto male!…”.
Indovinate un po’ cos’era… No? Non rispondete? Dai! Lo so che lo sapete! No? Proprio no?! Vabbè, vorrá dire che risponderò io. É intitolata “Plastica da sgranocchiare” ed è l’UNICA canzone che ha scritto il sottoscritto. 
Avevo visto un cortometraggio sul problema della plastica buttata nel mare e ciò mi aveva colpito: senza il mare non ci sarebbe la vita! Dovevo fare qualcosa. Così ho preso carta e penna e mi sono messo a scrivere… la mia canzone. 
Mentre io rappavo il mio pezzo, i miei compagni ballavano alle mie spalle. Ero soddisfatto: la mia classe aveva preso sul serio questo progetto e quindi eravamo una squadra. É stato un momento irripetibile, magico direi!
Infine abbiamo cantato “What a wonderful world”, una canzone mooooooolto vecchia che esprime meraviglia per la natura, un tesoro di cui prendersi cura. 
Questo è stato il giorno più bello della mia vita.
Posso chiedere un ultimo desiderio a tutto il mondo? Chiedo di non ritrovarmi con 30000 parodie della mia canzone! Questa è una cosa seria! SERIA!!!

Articolo a cura Tommaso e degli alunni della classe 5^B della scuola primaria di Casalmaggiore as 2022-2023
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